Etichetta del vino: come leggerla e cosa deve contenere
27 • 03 • 2025

Etichetta del vino: come leggerla e cosa deve contenere

Quando scegli una bottiglia, l’etichetta del vino è la tua prima guida per capire cosa stai acquistando. Tuttavia, tra termini tecnici e certificazioni, può sembrare che abbia un linguaggio complesso. 

Il terzo episodio di Tell Me Wine, il format video di Santa Margherita in collaborazione con Tuorlo Magazine e Pierluca Mariti (@piuttosto_che), ti aiuta a capire se un vino è buono dall’etichetta, così da poter scegliere consapevolmente la bottiglia più adatta alle tue esigenze.

L’etichetta del vino: una carta d’identità tutta da leggere

L’etichetta di una bottiglia di vino non è solo una questione estetica, ma un vero e proprio documento che racchiude informazioni fondamentali. Dalla tipologia alla zona di produzione, passando per l’annata e le certificazioni, ogni dettaglio racconta la storia e la qualità del vino che stai per degustare. Ma come si legge l’etichetta del vino e cosa deve contenere l’etichetta del vino al suo interno?

 

I principali elementi di un’etichetta di vino

Scopriamo insieme i dettagli più importanti da osservare quando scegli una bottiglia per sapere come capire se un vino è buono dall’etichetta.

1. Il nome del brand e del vino

Sulla parte frontale trovi sempre il nome della cantina produttrice, come Santa Margherita, e il nome del vino. Nel caso di un vino come il Pinot Grigio Valdadige DOC, il nome indica anche il varietale utilizzato per la sua produzione.

2. L’annata: perché è importante?

L'annata che trovi sull’etichetta non è l’anno dell’imbottigliamento, ma quello in cui sono state raccolte le uve. Questo dettaglio è fondamentale perché influenza le caratteristiche del vino: un’annata più calda o più fresca può modificare il profilo aromatico.

Attenzione però: non tutti i vini riportano l’annata! Per esempio, alcuni spumanti come il Prosecco Superiore Santa Margherita possono essere non millesimati, cioè prodotti con uve di diverse vendemmie. Questo, per alcuni vini, permette di mantenere una qualità costante nel tempo.

3.  La denominazione di origine: DOC, DOCG e IGT

Queste sigle identificano il livello di certificazione e la qualità del vino:

  • Etichetta vino DOC (Denominazione di Origine Controllata): questa denominazione garantisce che il vino sia prodotto in una zona specifica seguendo regole precise.
  • Etichetta vino DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): la DOCG rappresenta un livello superiore alla DOC perché, oltre che garantire la provenienza e la qualità, è soggetta a controlli più rigorosi e a una qualità certificata.
  • Etichetta vino IGT (Indicazione Geografica Tipica): vini come il Cabernet Sauvignon Veneto IGT, provengono da una determinata zona. Questi vini hanno una maggiore libertà produttiva rispetto ai DOC e DOCG.

 

Ad esempio, per il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Santa Margherita, DOCG sta per Denominazione di Origine Controllata e Garantita ed è la denominazione più prestigiosa del Prosecco, che in questo caso è definito anche Superiore. Il maggiore prestigio è dato da zone di produzione limitata, con caratteristiche del suolo uniche e in grado di produrre un vino dai sentori più aromatici e completi.

4. La zona di origine: un fattore di qualità

Sapere da dove proviene il vino è importante perché il territorio influenza il gusto e le caratteristiche del prodotto. Un Prosecco Superiore DOCG  sarà molto diverso da un Pinot Grigio Valdadige DOC, grazie ai diversi climi e terreni.

5. Gradazione alcolica

Il numero seguito dal simbolo % vol indica la percentuale di alcol presente nel vino. Ad esempio, un vino con un vino con 12,5% vol può essere più o meno equilibrato a seconda del vitigno, zona di produzione e tecnica produttiva, mentre un vino di 14% vol a parità di condizioni sarà un vino più strutturato e caldo. 

6. La dolcezza del vino: cosa significa "Brut"?

Sull’etichetta di alcuni spumanti troverai indicazioni come Brut, Extra Brut o Dry, termini che indicano la quantità di zucchero residuo nel vino. Ad esempio:

  • Brut: secco, con pochissimo zucchero.
  • Extra Brut: ancora più secco.
  • Dry: sorprendentemente, più dolce del Brut!

 

Per essere più precisi, ecco la scala completa della dolcezza negli spumanti:

  • Pas Dosé / Dosaggio Zero / Brut Nature: meno di 3 g/l (senza zuccheri aggiunti).
  • Extra Brut: tra 0 e 6 g/l.
  • Brut: meno di 12 g/l.
  • Extra Dry: tra 12 e 17 g/l.
  • Dry: tra 17 e 32 g/l.
  • Demi-Sec: tra 32 e 50 g/l.
  • Doux: oltre 50 g/l (molto dolce).

 

L’etichetta posteriore: informazioni extra da non sottovalutare

Oltre alla parte frontale, è utile leggere anche l’etichetta posteriore, che può contenere dettagli aggiuntivi, come suggerimenti sugli abbinamenti gastronomici, temperatura di servizio e note di degustazione. Ad esempio, il Pinot Grigio Valdadige DOC Santa Margherita è descritto come un vino dal profumo intenso con note di agrumi, pera e mela, dal gusto asciutto e sapido, perfetto per chi cerca freschezza ed eleganza.

 
Per approfondire tutti questi aspetti in modo divertente e chiaro, guarda il terzo episodio di Tell Me Wine con Pierluca Mariti, disponibile su YouTube. Un viaggio nel mondo del vino che ti renderà un esperto nella scelta della bottiglia perfetta!

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