Page 82 - Exploring Taste Magazine N.2
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EXPLORING TASTE—SANTA MARGHERITA GRUPPO VINICOLO
Molto presto dai commensali si levava una richiesta: «Vogliamo il carburante!»
Sì, perché per accompagnare tutte queste stranezze, non si beveva altro
che un semplicissimo Lambrusco
La seconda bocca dice: essere «una alimentazione nuova, rallegrante, ottimista, eccitatrice
dell’ingegno, poco costosa»: una cucina «umana» che si scontrasse
io desidero vino spesso, rotondo, contro la vecchia e tradizionale «cucina-museo» del passato.
carnoso, nutritivo e pieno. La polemica contro la pastasciutta, colpevole di appesantire e im-
Un vino che mi dice tutto. pigrire, aveva a che fare con il già citato clima di autarchia. Al suo
Niente dolce, sodo, maturo e virile. posto, i futuristi proponevano il patriottico riso, che avrebbe libera-
Quadrato di corpo, quasi fosco nel cipiglio, to l’Italia dall’importazione del grano straniero. Tipiche ricette del
profondo nello sguardo. menù futurista erano Tuttoriso (riso condito con vino e birra calda,
Quando scrive nella tovaglia fecola, rosso d’uovo, parmigiano) e Golfo di Trieste (vongole sgu-
deve essere nero e fortemente af ermativo. sciate cotte in una salsa di cipolle e aglio aggiungendo lentamente
La sua macchia versata, ben contornata senza il riso, il tutto accompagnato da crema alla vaniglia). Tra i secondi,
sbavature acquose, nella gola deve scendere c’era il Carneplastico, una polpetta cilindrica di carne di vitello ar-
come un cibo, come una fetta di carne liquida. rostita, ripiena di undici qualità di verdure cotte con alla base un
Il suo profumo di corto raggio, anello di salsiccia che poggiava su tre sfere dorate di carne di pollo:
poco espansivo ma saturo e intenso: una vera e propria scultura alimentare. Come dessert, le Mammelle
un vino del sud dal viso abbronzato, dal nervo solare, italiane al sole: ideate dalla pittrice Marisa Mori erano due mezze
dal pugno sicuro, dal grado alto, dalla voce appassionata. sfere colme di pasta candita di mandorle con al centro una fragola
fresca, inondate di zabaione e panna montata, cosparse di pepe for-
E a proposito di parole: nel dicembre del 1930 una voce proveniente te e guarnite con peperoncini rossi.
dalla radio riuscì ad attirare l’attenzione di tutti gli italiani, escla- L’Aerovivanda si ispirava al mezzo di trasporto preferito dei fu-
mando una frase a dir poco sconvolgente per la nazione. «Abbasso turisti, simbolo di alta tecnologia, velocità, competizione, che
la pastasciutta!». La voce apparteneva a Filippo Tommaso Marinet- ispirò anche i celebri aerobanchetti. Ideata da Fillìa, era un cibo
ti, il leader e fondatore del movimento. Fu lui a scrivere il celebre tattile: con la mano destra si mangiavano frutta e verdura, con la
Manifesto della Cucina Futurista del 1931, che venne poi f rmato sinistra si accarezzava una tavola di carta vetrata, velluto, seta. Gli
anche dal poeta Fillia: una raccolta di pensieri, convinzioni e in- aerobanchetti si ispiravano appunto al tema aeronautico: tovaglia
tenzioni sulla cucina, la cui idea prese forma proprio al termine di sostituita da foglie di alluminio e piatti di metallo, tavola a forma
una cena, al ristorante milanese Penna d’oca. Oltre all’eliminazione di aereo (due prolungamenti al centro per le ali, una motocicletta
della pastasciutta, il Manifesto predicava l’abolizione della forchetta per il motore). Dopo la portata Aeroporto piccante (insalata russa),
e del coltello, auspicando l’introduzione di «bocconi simultaneisti e veniva servito Rombi d’ascesa (risotto con arancia). Molto presto
cangianti», invitava i chimici a inventare nuovi sapori e incoraggiava dai commensali si levava una richiesta: “Vogliamo il carburante!”.
l’uso della sinestesia a tavola, ossia l’accostamento ai piatti di musi- Sì, perché per accompagnare tutte queste stranezze, non si beveva
che, poesie e profumi. Secondo Marinetti la cucina futurista doveva altro che un semplicissimo Lambrusco: contenuto però in taniche
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