Page 81 - Exploring Taste Magazine N.2
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HERITAGE—AEROBANCHETTI, POLIBIBITE & LAMBRUSCOO








                                  a tradizione: un concetto diametralmente opposto alle   Depero partecipò all’impresa, disegnando e ideando manifesti
                                  spinte perseguite dal futurismo, uno dei più vigorosi   pubblicitari e prestandosi alla creazione di mobili, soprammobi-
                                  movimenti culturali italiani. Eppure, in tutti i casi in   li, giocattoli, arazzi, e molti altri oggetti di design. Una flessibi-
                         L cui si espressero sull’argomento, i celebri scapestrati   lità che contraddistinse lo spirito di tutti i futuristi, entusiasti di
                         non mancarono mai di elogiare e venerare una bevanda antichissi-  sperimentare la loro creatività in campi diversi, senza relegarla
                         ma come il vino. I futuristi non sposarono il topos dell’artista solita-  alla sola pratica artistica più tradizionalmente intesa. Ma l’ope-
                         rio: al contrario, amavano la vita mondana e la convivialità, e quale   ra in cui l’artista permise alle sue doti di raffinato sommelier e
                         migliore carburante del vino per far decollare una cena, un evento   paroliere di scatenarsi al massimo livello è una lunga poesia del
                         mondano o un aerobanchetto?                  1934 che fa parte delle Liriche Radiofoniche e si intitola Quattro
                         Certo, la gastronomia faceva parte della tradizione, e in quanto tale,   bocche assetate: un’appassionata ode al vino in cui a parlare sono
                         doveva  essere  rinnovata:  i  futuristi  inventarono  nuove  bevande,   quattro bocche che si esprimono poeticamente sulle sensazio-
                         nuovi stili culinari e modi assolutamente inediti di vivere l’espe-  ni provocate dalla degustazione di quattro tipi di vini diversi, in
                         rienza del pasto. A livello pittorico, l’artista che più degli altri sfruttò   un vero e proprio esercizio di sinestesia (la capacità di percepire
                         il tema del bere fu Fortunato Depero, rappresentante della seconda   insieme e di collegare odori, suoni, colori e sapori). Qui propo-
                         ondata del futurismo e autore del manifesto dell’aeropittura. Nel   niamo le prime due. Una commenta un vino “quieto”, la seconda
                         1944 Depero dipinse un quadro dal titolo “Riti e splendori d’oste-  uno “abbronzato”.
                         ria”, nel quale una serie di uomini brindano tra f aschi e calici alzati.
                         Una scena allegra, festosa, in cui si riconoscono nell’opera i bicchie-  Io voglio vino asciutto... rosso chiaro...
                         ri Duralex, tozzi e con le scanalature concave, mentre al centro del   con trasparenza di rubino.
                         quadro c’è un uomo che guarda attraverso un bicchiere a stelo. Non   Accostando il bicchiere alle labbra,
                         è dif  cile, in questo gesto, riconoscere l’atto del degustare: il prota-  un tepore profumatomi deve leggermente inebriare.
                         gonista del quadro è un sommelier.                Al palato deve apparire quieto, scorrevole e dissetante.
                         L’opera pittorica di Depero si sviluppò nel periodo dell’autar-  Nella gola deve scivolare come una
                         chia, nel quale il regime fascista si impegnò a promuovere l’im-  cascatella cristallina di pace raccolta e di poesia silenziosa.
                         magine dello Stato per limitare il più possibile le importazioni   Attraverso i suoi rif essi devo vedere la linea f essuosa
                         dai mercati esteri. Il vino, prodotto tipicamente italiano, rappre-  del suo prof lo sottile di vespa chiaro,
                         sentava uno dei baluardi dell’economia nazionale. Per questo,   sanguinello di fragola f ltrata
                         se nei loro banchetti i futuristi non ebbero paura di sperimen-  con vene azzurrine di aria purissima prealpina.
                         tare con le ricette e proposero inediti accostamenti di sapori,   Vino preparatorio... adolescente... primaverile
                         si  mantennero  “classici”  sul  vino,  favorendo  in  particolare  il   che mi dia un senso di bagno interiore,
                         Lambrusco. Una pubblicità più aggressiva e seducente che mai   di sana strigliatura ai muscoli
                         si impegnava a rendere più appetibili i prodotti italiani: anche   e di leggero calore ottimista!






















                              I futuristi non sposarono il topos dell’artista solitario: al contrario, amavano la vita mondana
                                   e la convivialità, e quale migliore carburante del vino per far decollare una cena,
                                                    un evento mondano o un aerobanchetto?








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