Page 8 - Exploring Taste Magazine N.2
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EXPLORING TASTE—SANTA MARGHERITA GRUPPO VINICOLO
obbiamo molto a tutti coloro che sono impegnati nell’accrescere la
qualità di ciò che producono e di quel che fanno. Grazie a loro si inne-
D stano tre circoli virtuosi. Il primo è quello che si sviluppa tra domanda
di qualità e offerta di qualità che si promuovono a vicenda con continui effetti
moltiplicati. Il secondo circolo virtuoso è l’affermazione nel mondo, in tutto il
mondo, della nostra civiltà, almeno nel senso dello stile di vita e di consumo che
porta alla capacità di essere punto di riferimento per le scelte altrui e quindi alla
capacità di comunicare e quindi alla voglia di comunicare con il mondo. Il terzo
sta nell’aumento del livello della qualità professionale, dei saperi, delle cono-
scenze scientifiche e tecniche in continuo sviluppo nelle attività un tempo con-
siderate tradizionali. Basta osservare (e nella sede di Santa Margherita Gruppo
Vinicolo ne sono testimone diretto) come sia diversa oggi una azienda vinicola
nella qualità delle persone che vi lavorano e nella qualità dei procedimenti del
lavoro, da quello che una volta era l’agricoltura. La parola che meglio rappresen-
ta questi fenomeni è “vitalità”.
LA QUALITÀ È UN CIRCOLO VIRTUOSO
di PAOLO BARATTA, Presidente della Biennale di Venezia
Q uest’anno è di turno la Biennale Architettura. Abbiamo dedicato ener-
gie e risorse alla sua crescita qualitativa e alla sua af ermazione come
la più importante manifestazione di architettura del mondo e ci siamo
riusciti. Vogliamo con essa sollecitare attenzione e vitalità al di là del mondo dei
beni di consumo anche verso la qualità dello spazio in cui viviamo. Siamo convinti
che nessuno “stile di vita” di una comunità sia compiuto se non manifesta anche
forte desiderio per la qualità degli spazi pubblici e privati, e una adeguata capacità
di governarli, se insomma non sa esprimere un più alto desiderio verso la qualità
dell’”abitare”, non solo le case, ma il mondo, lo spazio dove viviamo (città, cam-
pagna, territorio, paesaggio, ecc ecc.). Ci è parso in tutti questi anni che rispetto
alla capacità crescente di esprimere domanda di qualità per i consumi privati e
personali vi fosse qualche scollamento tra architettura (nella sua più ampia de-
f nizione) e società civile. E non possiamo certo accontentarci di evocare conti-
nuamente, con abusato compiacimento, il nostro passato e le bellezze ereditate!
Senza architettura siamo tutti più poveri e meno credibili. La “vitalità” non può
essere conf nata a settori, deve essere presente in tutte le manifestazioni dello “stile
di vita” della società in cui viviamo. Nella Biennale Architettura troviamo gli stimoli
a pensare, a rif ettere sulle diverse possibilità, a non accontentarci delle soluzioni
che mostrano scarso pensiero e scarsa capacità pubblica. Anche qui devono essere
all’opera “vitali circoli virtuosi”.
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