Page 138 - Exploring Taste Magazine N.2
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EXPLORING TASTE—SANTA MARGHERITA GRUPPO VINICOLO































































                  rima del 1645 Milano ancora non poteva   passeggiando per l’odierna via Santa Maria Valle, nella   di forma rettangolare, con colonnine doriche e altre
                  vantare quello che sarebbe stato uno dei   centrale zona di piazza San Babila.   forme molto semplici. Qui, agli angoli, è possibile os-
                  più grandi esempi di arte barocca della   Osservando il prospetto principale dell’abitazione del-  servare gli stemmi di famiglia, che stranamente, sulla
          P città. In quell’anno Giovan Battista Duri-  la nobiltà monzese, un elemento emerge con più forza   facciata, mancano. Il cortile non è l’unico spazio verde
          ni si trovava a Milano con la cospicua eredità lasciatagli   degli altri: è l’imponente portale d’ingresso di bugna-  della struttura: dietro, infatti, c’è un giardino.
          dal padre banchiere, Gian Giacomo, ma senza un titolo   to (blocchi di pietra sovrapposti e in rilievo che pos-  Il lato della casa che af accia sul giardino è anch’esso
          nobiliare. Per ottenerlo, avrebbe dovuto costruire un’o-  siamo osservare in molti altri esempi dell’architettura   molto sobrio, eppure proprio in queste stanze è pos-
          pera degna della nobiltà “generosa”, il più alto gradino   del tempo). Il portale sorregge un balcone altrettanto   sibile  osservare  alcuni  tra  i  tesori  più  importanti  di
          della  gerarchia  milanese.  Per  questo  commissionò  il   maestoso, sul quale si af acciano tre f nestre ravvicina-  Palazzo Durini. Soprattutto al piano nobile (ma anche
          progetto di un palazzo signorile non a un architetto   te (e per questo più in evidenza), sovrastate da timpani   al piano terra, dove c’è il salone e la volta con il Trionfo
          qualunque, ma a uno tra i professionisti più in vista del-  a forma alternata: rettangolare e curvilinea. Per con-  d’Amore) i sof  tti sono ricoperti da af reschi dei Sei-
          la Lombardia, all’apice della sua fama: Francesco Maria   trobilanciare l’imponenza del portone, Richini inserì   cento e Settecento, che illustrano Enea e Didone, le
          Richini, il capomastro decennale del Duomo. Richini   due chiusure alle estremità della facciata, anch’esse di   sette fatiche di Ercole, Achille e altri personaggi ed
          presentò al committente quello che probabilmente era   bugnato, che si alleggeriscono verso il cornicione. Non   episodi della letteratura classica latina e greca.
          un disegno che aveva nel cassetto, buono per un palazzo   sono soltanto questi gli unici elementi che esaltano lo   Naturalmente, noi contemporanei non siamo gli unici
          a nove f nestre. L’idea iniziale, di cui reca testimonianza   slancio verticale del palazzo: anche i quattro ordini di   ospiti ad aver apprezzato i colori e la bellezza dei di-
          un documento conservato nella Raccolta Bianconi, dif-  f nestre, strettamente raccordati, regalano a prospet-  pinti. Le stanze del palazzo, infatti, sono state abitate
          feriva parecchio da quel che sarebbe diventato Palazzo   to un ritmo particolare, spezzato orizzontalmente da   da personalità importanti. In passato, ad esempio, i
          Durini, o Palazzo Caproni di Taliedo: un esempio di al-  un cornicione per ognuno dei piani. Dietro la parte   Conti di Monza (che ancora dispongono di una par-
          tissima architettura che i milanesi possono apprezzare   di edif cio che dà sulla strada c’è un cortile interno,   te dell’edif cio destinata ad uso residenziale) hanno


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